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Anatocismo, boom di ricorsi, nuove imprese

Cos’è l’anatocismo, quali sono le modifiche introdotte negli ultimi anni dalla Corte di Cassazione, e perché hanno prodotto uno sviluppo repentino e vivacissimo di una nuova linea di business per avvocati e commercialisti, con una chiara impronta “commerciale“.

Cos’è l’anatocismo?

Sono gli interessi sugli interessi, in teoria vietati dalla legge italiana, ma in pratica ammessi nel settore più rilevante, ovvero quello del credito bancario.

Un po’ di storia

Fino al 1999, i Tribunali davano ragione alle banche, quando i clienti provavano a lamentare che ogni trimestre gli interessi passivi del conto corrente venivano sommati al capitale dovuto e finivano così per generare interessi su interessi.
Nel 1999, la Corte di Cassazione cambia opinione, scatenando un piccolo terremoto.

Posizione del Governo

Il Governo, per venire incontro alle banche, approva una modifica del Testo Unico Bancario (il cosiddetto TUB) che esplicitamente prevede la possibilità dell’anatocismo bancario, purché la capitalizzazione degli interessi avvenga con uguale periodicità a favore e sfavore del cliente.
Per questo motivo dal 2000 le banche riconoscono gli interessi attivi sul conto corrente ogni trimestre e non più annualmente.
Rimase invece irrisolto il problema dei conti correnti aperti prima del 2000, che per decenni avevano subìto l’addebito di interessi ogni trimestre e avevano ricevuto gli interessi attivi ogni anno.
Il Governo ha tentato due volte di introdurre una sanatoria per l’anatocismo ante aprile 2000. Entrambi i provvedimenti sono però stati eliminati dalla Corte Costituzionale, la seconda volta nell’aprile 2012.

Anatocismo e soglie d’usura

Le banche hanno anche un altro problema nei confronti dell’anatocismo: le soglie d’usura. Se si depura il saldo del conto dagli interessi sugli interessi, l’importo degli interessi che la banca ha addebitato sul conto diventa – in percentuale di un capitale che si riduce – più rilevante. Può succedere che la percentuale superi la soglia d’usura; in questo caso per la banca sono guai.
Si moltiplicano i casi in cui funzionari vengono condannati per prestiti usurai che essi hanno deliberato a nome della loro banca.

Diritti del correntista

Il problema dei conti correnti aperti prima del 2000 è stato affrontato anche da una nuova importante sentenza del 2010 – a favore dei correntisti – della Corte di Cassazione (a Sezioni Unite e quindi compatta). La Corte ha stabilito che il diritto di chiedere alle banche la restituzione degli interessi sugli interessi (un diritto che si prescrive in dieci anni) non parte dal momento in cui sono stati addebitati gli interessi illeciti, ma dal momento in cui il conto corrente viene chiuso.
In definitiva, i titolari di ogni conto corrente bancario aperto prima del 20 aprile 2000 e ancora aperto, o chiuso da meno di dieci anni, hanno il diritto di chiedere alla banca la restituzione dell’importo derivante dall’anatocismo.

Fare ricorso: sì o no?

Chi era “in rosso” dieci e più anni fa, spesso continua ad essere “in rosso”. Questi soggetti temono che, chiedendo la restituzione degli interessi usurari, gli venga revocato il fido per ritorsione.
È un rischio da valutare, ma ci sono casi in cui il ricorso può essere efficace:

  • se ci sono i requisiti, si raggiunge una transazione con la banca senza il bisogno di intraprendere un’azione legale;
  • se il richiedente ha cambiato banca, chiedere il rimborso alla vecchia banca non presenta particolari rischi;
  • se il cliente della banca ha già ricevuto la revoca del fido e non è in grado di rientrare, può chiedere il rimborso alla banca non per ricevere denaro, ma per pagarne di meno a saldo e stralcio. Questo è il caso in cui il cliente “vince” più facilmente: la banca si toglie due problemi con una sola transazione.

Un nuovo settore economico a cavallo tra impresa e libera professione

Intraprendere un’azione nei confronti di una banca richiede necessariamente un ausilio tecnico.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale dell’aprile 2012, questi tecnici sono partiti a caccia di clienti vittime dell’anatocismo.
Non si tratta, però, più solo di commercialisti e/o avvocati – così come sarebbe avvenuto fino a pochi anni fa – ma di vere e proprie organizzazioni commerciali, che ingaggiano agenti di commercio per un’azione di “marketing” più aggressiva e che si organizzano al loro interno con procedure di lavoro parcellizzato tipico di un’impresa e non di uno studio professionale.
Sta cadendo quella barriera tra impresa e libera professione, che in Italia era innata da secoli a livello sociale oltre che legale. Da una parte, le imprese hanno sempre meno vincoli ad aggredire le tradizionali aree di clientela dei professionisti; dall’altra i professionisti non sono più vincolati come un tempo dagli ordini professionali. Prova ne sia che – nel caso dell’anatocismo – molti avvocati e commercialisti lavorano all’interno delle organizzazioni commerciali specializzate che sono nate.

Quanto costa agire contro una banca?

Gli onorari per questi servizi possono comprendere un compenso fisso predeterminato più una percentuale sul risultato, oppure la sola percentuale sul risultato (spesso, in questi casi, il lavoro di organizzazione dei documenti è a carico del cliente).
Quando la consulenza era legalmente riservata ai liberi professionisti (avvocati e/o commercialisti) il cliente non poteva pagare in percentuale del risultato, ma solo secondo le tariffe professionali. Quando perdeva, il cliente si ritrovava più povero di prima. Ora invece, al massimo avrà perso tempo (più il compenso fisso, che però non è universale).
La riduzione del rischio economico spinge un certo numero di incerti ad agire contro la loro banca e a ingrandire così l’ondata delle istanze di rimborso (e di azioni legali) che si sta abbattendo sulle banche.

Conclusione

Le banche non stanno certo vivendo un momento di popolarità a livello sociale. Il fiorire di attività volte ad affrontare il tema dell’anatocismo è una delle tante conseguenze.
Vedremo se il governo tenterà per la terza volta di emanare una sanatoria a favore delle banche. L’ultima volta, è stato battuto per un difetto tecnico della legge e non per un motivo di sostanza.
Nel frattempo si è creato un nuovo settore economico dove avvocati, commercialisti e molti altri professionisti stanno lavorando intensamente.

Link di riferimento:

Per conoscere lo stato della giurisprudenza sull’anatocismo, consiglio questi due articoli, ammirabili al tempo stesso per la chiarezza e per la completezza: