Nuova legge fallimentare

Riforma della legge fallimentare – Incertezze

Segnalo un articolo comparso sul quotidiano on line Eutekne, diffuso tra i commercialisti.

Condivido l’incertezza, espressa dall’autore, sull’effettiva entrata in vigore della riforma del fallimento, che è legge ma che manca del decreto attuativo.

Il nuovo fallimento – Agenzia delle Entrate e INPS

Ritengo però che questo ritardo non sia frutto solo di incapacità, ma che rifletta i timori sulle conseguenze dell’entrata in vigore della legge. Il “nuovo fallimento” mira a far emergere l’insolvenza fin dal suo insorgere – senza aspettare che il “buco” si allarghi, come oggi succede quasi sempre, quando l’impresa continua a lavorare in perdita. Al momento, però, esistono moltissime imprese insolventi che continuano a lavorare. Se d’improvviso l’Agenzia delle Entrate e l’INPS segnalassero come potenzialmente insolventi tutte le imprese che non versano regolarmente imposte e contributi (così come vuole la nuova legge) ci sarebbe un’ondata di procedure fallimentari che si ripercuoterebbe negativamente sull’economia. In teoria, il fenomeno sarebbe passeggero, ma gli economisti (e l’esperienza di ciascuno di noi) insegnano che gli shock esterni possono innescare meccanismi a catena che si prolungano nel tempo. Quale governo è disposto ad accettare che questo avvenga sotto la sua amministrazione?

L’esdebitazione

Segnalo poi anche che la nuova legge sposta ulteriormente l’ago della bilancia a favore del capitale “dinamico” (quello gestito dagli imprenditori) e a danno del capitale “statico” (quello gestito dai risparmiatori e degli intermediari finanziari). Nell’indifferenza generale, la precedente riforma fallimentare ha fatto un regalo enorme agli imprenditori che sbagliano, ovvero l’ESDEBITAZIONE. Prima della riforma, alla chiusura del fallimento l’imprenditore rimaneva responsabile di quella parte dei suoi vecchi debiti, che non era stata pagata dal Curatore. Oggi invece, la chiusura del fallimento cancella TUTTI i debiti dell’imprenditore, quelli pagati dal Curatore e anche quelli che nessuno ha pagato. Salvo strascichi penali, l’imprenditore fallito può ripartire senza il peso dei vecchi debiti. Chi rimane danneggiato sono i creditori. La nuova legge si inserisce in questa scia, per così dire “all’americana”, e attenua ulteriormente le conseguenze negative del fallimento per l’imprenditore.

Non voglio dire che questo sia un male: forse hanno anche ragione quelli che prevedono maggior dinamismo economico dal dare una seconda possibilità a chi ha già sbagliato una volta. Però mi piacerebbe che se ne parlasse. Il sistema attuale, che fornisce scappatoie a chi (anche fuori dal fallimento) non paga i suoi debiti – per esempio – non mi sembra nè efficiente nè tanto meno equo.

Articolo Eutekne legge fallimentare

 

L’articolo Eutekne

 

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