Sequestro e confisca: chi amministra i beni?
L’amministratore giudiziario
Da sempre, numerosi reati prevedono il sequestro (provvisorio) e poi la confisca (definitiva) del corpo del reato. Il contrabbandiere preso con le mani nel sacco si vedrà confiscare le sigarette. Idem per l’autista molto ubriaco, che perde la proprietà dell’auto.
In questi casi, però, il bene confiscato è sempre strettamente legato al reato. Al contrabbandiere non viene di solito confiscata la casa, né all’ubriaco al volante viene confiscata un’auto diversa da quella che sta guidando.
Legge Rognoni – La Torre
A partire dal 1982, l’autorità giudiziaria ha visto crescere enormemente la possibilità di operare sequestri e confische. La Legge cosiddetta “Rognoni – La Torre” ha infatti previsto che il delinquente abituale, che non sia in grado di giustificare la provenienza della sua ricchezza, possa essere soggetto preventivamente a misure di sequestro e poi confisca del suo patrimonio.
Viene ribaltato l’onere della prova. Nel sequestro classico è il pubblico ministero che deve dimostrare che il singolo bene oggetto di sequestro è collegato al reato. Nel sequestro di prevenzione, è il “proposto” (così si chiama la persona che sta per subire il sequestro) che per difendersi deve dimostrare che il suo patrimonio ha provenienza lecita. E non solo: il proposto rischia di perdere TUTTO il suo patrimonio, non un solo bene.
La sezione “misure di prevenzione”
I reati che possono dare luogo al sequestro preventivo sono andati via via aumentando. Dai reati di mafia degli anni ’80, la legge è stata poi estesa ad altri settori, come la pedofila e il terrorismo.
In ogni Tribunale esiste una “sezione misure di prevenzione”, che valuta le richieste di sequestri presentate in stretto coordinamento dal pubblico ministero e dai corpi di polizia. Secondo il sito dell’ “Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata“, al 22 febbraio 2018 erano in gestione 2.919 aziende e 17.333 immobili. Oltre a ciò, erano già state “destinate” (ovvero cedute) 878 aziende e 13.146 immobili.
In un articolo del 27 settembre 2017, la Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2017/09/27/news/codice_antimafia_e_legge_camera_da_ok_con_259_si_e_107_no-176681613/) ha valutato in 30 miliardi di Euro il valore dei beni sotto sequestro.
Prima della confisca definitiva
In attesa della confisca definitiva, i beni provvisoriamente sequestrati vengono affidati in gestione ad un amministratore giudiziario nominato dal giudice del procedimento. L’amministratore viene scelto da un albo che tiene il Ministero della Giustizia, consultabile a questo indirizzo: https://amministratorigiudiziari.giustizia.it/pst/RAG/AlboPubblico.aspx.
Come potete vedere, Paolo Rivella è iscritto a questo elenco.