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Processo Eternit e la morte di De Cartier

Nella notte del 20 maggio 2013, all’età di 91 anni, è morto il barone Louis De Cartier De Marchienne, uno dei due imputati del processo Eternit.
Insieme a Stephan Schmidheiny era sotto accusa nel secondo grado di giudizio, il processo d’appello, che si è concluso il 3 giugno.
Nel primo procedimento era stato condannato a 16 anni per disastro ambientale doloso, vedi sentenza Eternit .
Nel procedimento di secondo grado la Corte ha deciso di non procedere per sopravvenuta morte.

Chi era Louis De Cartier De Marchienne?

Attraverso le parole dell’avvocato Zaccone, durante l’udienza del 10 ottobre 2010, ricordiamo qualche dato sulla vita del barone belga.
Louis De Cartier De Marchienne nasce nel 1921 a Turnhout, una piccola città vicina a Anversa, conosciuta per essere sede di aziende legate alla carta, alla stampa e alla grafica sin dal 1795.
Nel 1940 De Cartier, studente di filosofia e attivo nella resistenza viene catturato e imprigionato dai tedeschi.
Viene trasferito a Sachsenhausen, un campo di concentramento tedesco al confine con la Polonia dove venivano richiusi i prigionieri politici e dove, sottoposti a lavori forzati, lavoravano alla contraffazione di valuta britannica e statunitense e alla produzione di aeromobili.
Dopo qualche tempo riesce a fuggire, tenta la strada verso l’est, viene catturato dai russi e arruolato con la forza in un battaglione disciplinare dell’armata rossa. Diventa tenente e partecipa alla liberazione di Berlino il 5 maggio del 1945.
Fugge nuovamente e entra nella zona britannica dove riesce faticosamente a convincere gli inglesi di non essere un disertore russo, ma un prigioniero belga.
Dopo 6 anni di guerra e prigionia, creduto morto da tutti, finalmente rientra in Belgio e inizia immediatamente a lavorare nell’azienda di famiglia, la Brepols, antica industria tipografica, attiva dal 1795 e specializzata in pubblicazioni storico-antropologiche. L’azienda ha quattro stabilimenti e un’altra società chiamata Carta Mundi, leader mondiale nel settore delle carte da gioco.
Dopo un anno a New York rientra in patria e inizia una veloce ascesa che lo porta a diventare presidente del consiglio di amministrazione della Brepols nel 1971.
Nel 1950 sposa la figlia di Andrè Emsens, presidente del gruppo Eternit belga, e continua ad occuparsi di Brepols e Carta Mundi fino al 1966.
Nel 1966 diventa necessario trovare un sostituto alla guida del gruppo Eternit belga, CFE (Compagnie Financiere Eternit), e viene scelto proprio De Cartier che diventa Amministratore Delegato il 26 giugno 1966 e Presidente nel 1971.
Dal 1971 al 1975 lo troviamo nel Consiglio di Amministrazione di Eternit Italia.
Resta presidente di CFE fino al 1986.

Cosa accadrà ora?

Durante l’udienza del 20 maggio 2013 l’avvocato Zaccone ha chiesto lo stralcio della posizione del suo assistito, richiesta non accettata dalla Corte che lunedì 3 giugno 2013 ha emesso la sentenza del processo di Appello di Eternit, in cui dichiara “di non doversi procedere nei confronti di De Cartier De Marchienne Louis …per sopravvenuta morte dell’imputato e conseguentemente, revoca nei suoi confronti le sanzioni accessorie applicate e le statuizioni civili pronunciate nell’impugnata sentenza“.
La morte di Louis De Cartier De Marchienne ha quindi eliminato la possibilità di ottenere il risarcimento dalla parte civile Etex, che era chiamata in giudizio quale successore di CFE.
Rimane la strada del processo civile, che è notevolmente più scomoda.

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